Terapia anticoagulante orale in pazienti con fibrillazione atriale nello spettro del rischio di ictus


I pazienti con fibrillazione atriale sono a rischio proporzionalmente superiore di ictus in base all’accumulo di fattori di rischio ben definiti.
L’obiettivo di uno studio è stato quello di determinare la misura in cui crescono le prescrizioni di anticoagulanti orali nella pratica cardiologica negli Stati Uniti all’aumentare del numero dei fattori di rischio di ictus.

È stato effettuato uno studio trasversale di di pazienti ambulatoriali con fibrillazione atriale presenti nel registro PINNACLE ( Practice Innovation and Clinical Excellence ) dell’American College of Cardiology National Cardiovascular Data Registry tra il 2008 e il 2012.

Come misura del rischio di ictus, è stato calcolato il punteggio CHADS2 e il punteggio CHA2DS2-VASc per tutti i pazienti.

L'esito primario era la prescrizione di un anticoagulante orale con Warfarin o un anticoagulante orale non-antagonista della vitamina K.

La coorte di studio comprendeva 429.417pazienti con fibrillazione atriale.
L’età media era 71.3 anni, e il 55.8% era di sesso maschile.

Il trattamento prescritto consisteva in un anticoagulante orale ( 192.600, 44.9% ), Aspirina [ Acido Acetilsalicilico ] da sola ( 111.134, 25.9% ), Aspirina più una tienopiridina ( 23.454, 5.5% ), o nessuna terapia antitrombotica ( 102.229, 23.8% ).

Ogni aumento di 1 punto nel punteggio del rischio è stato associato a un aumento delle probabilità di prescrizione di un anticoagulante orale, rispetto alla prescrizione di Aspirina da sola, utilizzando il punteggio CHADS2 ( odds ratio aggiustato, aOR=1.158; P minore di 0.001 ) e il punteggio CHA2DS2-VASc ( aOR=1.163; P minore di 0.001 ).

Nel complesso, la prevalenza della prescrizione di anticoagulanti orrali non ha superato il 50% anche nei pazienti ad alto rischio con un punteggio CHADS2 superiore a 3 o un punteggio CHA2DS2-VASc superiore a 4.

In conclusione, in un grande registro di miglioramento della qualità di pazienti, non-ricoverati, con fibrillazione atriale, la prescrizione della terapia a base di anticoagulante orale, è aumentata con più alto punteggio CHADS2 e punteggio CHA2DS2-VASc.
Tuttavia, è stato osservato un plateau di prescrizione di anticoagulante orale, con meno della metà dei pazienti ad alto rischio con una prescrizione di anticoagulante orale. ( Xagena2016 )

Hsu JC et al, JAMA Cardiol 2016; 1: 55-62

Cardio2016 Neuro2016 Farma2016


Indietro

Altri articoli

Mancano prove solide sulla gestione ottimale della trombosi venosa splancnica ( SVT ). È stata condotta una meta-analisi per valutare...



Non ci sono raccomandazioni basate sull'evidenza sul momento ottimale per iniziare ad assumere anticoagulanti orali non-antagonisti della vitamina K (...


Esistono dati limitati da studi clinici e raccomandazioni discrepanti sull'uso della terapia anticoagulante nei pazienti con fibrillazione atriale di età...


Non è chiaro quanti pazienti trattati con un anticoagulante orale diretto ( DOAC ) utilizzino in concomitanza Acido Acetilsalicilico (...


Uno studio ha indagato il rischio di demenza nei pazienti con fibrillazione atriale trattati con diversi anticoagulanti orali ( OAC...


Da una post-analisi ad hoc dei dati degli studi di registrazione non è emerso che Idelalisib aumenti il ​​rischio di...


I pazienti con malattia coronarica accertata o malattia delle arterie periferiche spesso hanno il diabete mellito. Questi pazienti sono ad...


I pazienti con fibrillazione atriale sottoposti a terapia anticoagulante orale dopo un ictus hanno un ridotto rischio di eventi tromboembolici...


Il riavvio della terapia anticoagulante orale dopo emorragia intracerebrale ( ICH ) è associato a esiti favorevoli. E’ stata condotta una...